L'ozono - O3

L’ozono è un inquinante cosiddetto secondario, cioè non viene emesso direttamente da una o più sorgenti, ma si produce per effetto della radiazione solare in presenza di inquinanti primari quali gli ossidi d’azoto (NOX) e i composti organici volatili (VOC), prodotti in larga parte dai motori a combustione e dall’uso di solventi organici. Il complesso dei fenomeni che porta a elevate concentrazioni di ozono viene denominato “smog fotochimico”.

Il ruolo svolto dalla radiazione solare spiega il tipico andamento temporale, giornaliero e stagionale, delle concentrazioni dell’ozono, che si attesta sui valori più elevati nelle ore più calde del pomeriggio.

L’O3, che arriva facilmente a livello alveolare, è irritante delle mucose e può provocare tosse, mal di testa ed edema polmonare. Instabile a livello molecolare, l’ozono è un ossidante in grado di demolire materiali organici e inorganici. Un’esposizione acuta a questo inquinante può ridurre la funzionalità polmonare, ma i danni sono in genere reversibili. Un’esposizione protratta a quantitativi anche non elevati provoca fenomeni di sensibilizzazione e irritazione persistenti. 

Il decreto legislativo 155 del 2010 ha introdotto delle soglie limite: con una concentrazione media oraria di 180 µg/m3 si raggiunge la “soglia di informazione”, mentre la soglia di allarme si ha al raggiungimento di 240 µg/m3. Per la protezione della salute umana, la concentrazione media massima in un intervallo di 8 ore è di 120 µg/m3 (soglia che non può essere superata per più di 25 giorni in un anno).